Gabriele Re, romano, 1971
fotografo, grafico, illustratore, ex ciclista ex tennista, ex tanguero, in bilico tra il disfattismo di Oscar Wilde e l'autolesionismo di Woody Allen mostra un cinismo più adatto a Gregory House. Complice la sua assoluta mancanza di diplomazia unita alla tendenza perversa a creare discussioni, i suoi amici lo battezzarono anni fa ‘il mediatore'
I suoi eroi sono Enzo Ferrari e Don Quixote de la Mancha, ma non riesce a farsi assegnare il titolo di cavaliere e quindi a 15 anni inizia timidamente a racchiudere il mondo in immagini 10x15 con la precisione di uno stormtrooper imperiale all'assalto di una nave ribelle. Tra un assolo modale di Miles Davis, un riff blues di Keith Richards. uno scat di Al Jarreau e un brano onirico di Peter Gabriel, rinuncia al sogno di diventare un cecchino per poter fotografare ruggine e murales, fauna cittadina di Roma e Firenze, gente casuale e belle donne, nuvole che corrono in cielo e onde che si infrangono sulla spiaggia.
Attende con ansia il giorno in cui lo convocheranno come guardiano di un faro in Norvegia
A chi lo accusa di essere completamente inutile risponde: ‘ Non è vero, posso sempre essere usato come cattivo esempio '
( Hiroshi Ogasawara )
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Non esiste la fotografia artistica...
nella fotografia esistono come in tutte le cose delle persone che sanno vedere... e altre che non sanno nemmeno guardare...
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